Nel 2018 sono usciti interessanti studi e approfondimenti sul profilo degli acidi grassi del latte di vacca e di come questi acidi grassi possono essere influenzati da diversi fattori ma, soprattutto di come questi, se mantenuti a livelli ottimali possono migliorare la produzione e la qualità del latte.
L’ articolo è tratto dagli studi di Barbano et al, 2018 (1)
Il grasso del latte nelle nostre bovine è composto da acidi grassi che in funzione della loro lunghezza (C4, C5, ….. C18 e oltre) e del grado di insaturazione possono essere divisi in tre categorie:
De Novo (da C4 a C15)
Mixed (C16:0, C16:1, C17:0)
Preformed (C18:0 e oltre)
La differenza tra queste tre categorie è nella loro origine a livello metabolico:
I De Novo sono sintetizzati all’interno della ghiandola mammaria partendo prevalentemente da butirrato e acetato.
I Mixed (acidi grassi misti) sono una combinazione di De Novo e acidi grassi provenienti dall’alimentazione, tra questi il Palmitico è il più rappresentato.

Infine i Preformed derivano direttamente dalla dieta e dalla lipomobilizzazione delle riserve corporee.
In che misura dovrebbero essere presenti nel grasso del latte queste tre tipologie, se la fermentazione dei carboidrati funziona bene e abbiamo una buona fornitura da parte del rumine di AGV?
Nel grasso del latte i De Novo dovrebbero essere maggiori del 21-22% (21-26% del totale) dei lipidi grezzi, i Mixeddovrebbero invece rappresentare almeno il 37-38% (37-42% il range ottimale) e i Preformed almeno il 34-35% (35-42% rilevati in criteri di efficienza).
Mentre, se misurati su 100 gr di latte (con una buona percentuale di grasso) grazie alla metodica MIR (analisi all’infrarosso medio) i De Novo dovrebbero essere maggiori di 0,85 g/100 g di latte
I Mixed maggiori di 1,40 g/100g ed infine i Preformed almeno 1,3 g/100 g (1).
La composizione percentuale di queste tre tipologie di acidi grassi nel latte ci racconta molte cose su come si comporta il rumine, sull’alimentazione, sul management e sulle condizioni generali della nostra mandria, ecco perché conoscerli e monitorarli è così importante.
GRASSO
Sempre Barbano (1) ha osservato una correlazione molto positiva tra il livello di grasso del latte e il livello di De novo, a livelli compresi tra 0,9 e 1,0 g/100 g di latte, abbiamo i livelli più importanti di grasso. Ha inoltre osservato come a livelli di Mixed superiori a 1,40 g/100 g di latte la percentuale di grasso si attestava mediamente su valori superiori al 3,75%, stessa cosa per livelli di Preformed, dove il grasso nel latte era alto, i livelli risultavano maggiori di 1,30 g/100 gr di latte.
Un’altra interessante osservazione di Barbano (1) è relativa al numero di doppi legami (polinsaturi) nel totale degli acidi grassi, quando i polinsaturi superano i 0,31 g/100 g di latte, penalizzano la sintesi di grasso, quindi la scelta del tipo di grassi nella dieta diventa molto importante.
Di seguito una parte di un nostro acido gramma dove possiamo vedere la percentuale dei monoinsaturi, polinsaturi e insaturi nel latte.

PROTEINE E LATTOSIO
La parte più importante è riservata alla componente energetica della razione, Barbano (1) afferma che le vacche hanno il potenziale per produrre più latte e contemporaneamente più grasso e proteine.
Cosa indirizza questo potenziale? Il Lattosio, la produzione dipende fortemente dal metabolismo del glucosio nella vacca. Se vogliamo produrre più latte per vacca, è necessario produrre più lattosio al giorno (1).
La correlazione è molto forte, all’aumentare dei grammi di lattosio prodotti per vacca al giorno aumenta la produzione di latte, seguita dalla produzione di proteina nel latte.
Per avere più lattosio, l’apporto di energia, il trasporto ed il metabolismo devono funzionare molto bene. Senza aumentare il lattosio, non è possibile aumentare il latte prodotto. Una corretta gestione per produrre più lattosio (che non dipende solo dal piano alimentare) è la chiave per produrre più latte, più grasso e più proteine.
Dal punto di vista alimentare, gestire al meglio la sintesi di propionato, massimizzare l’efficienza del rumine, considerare l’apporto dell’amido non degradato disponibile per il tratto intestinale, bilanciare correttamente la razione in N degradabile e amido fermentescibile, bilanciarla correttamente per Lys e Met sono la base.
Ci sono poi da considerare fattori diversi come lo stato immunitario o problemi sanitari/infiammatori e/o fattori ambientali e gestionali che possono sottrarre molta energia e quindi sottrarre glucosio disponibile per la sintesi del latte.
Per un nutrizionista cercare di mantenere un buon livello di lattosio nel latte dovrebbe essere la priorità. Questa è la base per costruire una elevata produzione di grasso e proteine nel latte.
La produzione di De Novo è correlata positivamente con la produzione di proteina grazie alla maggiore produzione di biomassa microbica che fornisce più Aa essenziali per supportare la sintesi proteica, in associazione con le proteine non degradabili della dieta (che vanno fornite di qualità).
Lo stadio di lattazione ha un grande impatto sulla sintesi di De Novo e Mixed che nelle prime settimane risultano più carenti per il deficit energetico mentre preponderanti sono i Preformed a causa della intensa lipomobilizzazione nella prima fase di lattazione.
Una somministrazione di grassi di Palma in questa prima fase può aumentare i Mixed nel latte (Piantoni et al., 2013), i frazionati per il loro elevato contenuto di palmitico e l’assenza di acidi grassi trans che possono invece deprimere la sintesi di grasso sono raccomandati sia nella prima fase, sia per aumentare il livello energetico della razione e la maggiore sintesi di lattosio che ne deriva.
La gestione alimentare, il management e l’ambiente, come detto influenzano il metabolismo energetico, possiamo a titolo esemplificativo vedere nell’immagine sottostante come alcuni fattori influenzano la sintesi di DeNovo:

Come possiamo vedere, sovvraffollamento, eccesso di Rufal nella dieta, scarso apporto di peNDF, Unifeed non ben miscelato o non sufficiente, eccesso di amidi, vacche con scarso BCS, stress da caldo ecc… possono diminuire la sintesi di De Novo e conseguentemente la produzione di grasso e proteine nel latte.
Dieta sbilanciata, eccesso di grassi nella dieta (solitamente maggiori del 5% della s.s.) e di scarsa qualità, sovraffollamento, quindi stress e difficoltà ad alimentarsi ci porta nella situazione in alto a sinistra, dove possiamo avere un livello di grasso anche importante ma scarsa produzione di latte e conseguenti problemi metabolici dovuti ad una dieta non bilanciata.
Se abbiamo un livello di RUFAL eccessivi (cioè oleico 18:1, linoleico 18:2, e linolenico 18:3 maggiori del 3% della DMI), scarso apporto di fibra fisicamente effettiva (peNDF), una cattiva gestione del comportamento alimentare,(esempio unifeed scarso o difficilmente accessibile per qualche ora durante il giorno, animali che per ragioni diverse non vanno in greppia con frequenza, scarsa disponibilità d’acqua di abbeverata e via dicendo), questo ci porta nella situazione in basso a sinistra, dove oltre alla scarsa produzione anche il titolo del grasso cala sensibilmente.
Una situazione dove l’unifeed è sufficiente ma con una scarsa concentrazione energetica, ci porta nella situazione in basso a destra dove i De Novo arrivano ai livelli consigliati ma i Preformed sono invece alti e i Mixed bassi (scarso apporto energetico nella dieta, quindi forte lipomobilizzazione e quindi dimagrimento, possibile chetosi/acidosi se manca anche un adeguato apporto di fibra, con conseguente calo di ingestione, latte e grasso).
Infine un livello di De Novo oltre gli 0,90g/100G di latte con Mixed e Preformed in linea ci porta ad una situazione di buona efficienza ruminale del riquadro in alto a destra, dove lattosio e titoli sono alti, ingestione adeguata, buon management e ambiente idoneo.
In conclusione una analisi MIR del latte per valutare la proporzione di De Novo, Mixed e Preformed nel nostro latte (che L.I.F.E. effettua abitualmente) insieme ad una valutazione del piano alimentare e gestionale può aiutare a correggere diversi punti e aiutare a massimizzare l’efficienza della mandria producendo più latte e più qualità. Dal punto di vista alimentare, implementare la produzione di Lattosio con un adeguata revisione del piano alimentare ed eventualmente con apporti di grassi saturi (frazionato con 99%di Palmitico per esempio), controllando il rapporto di De Novo e Mixed vi permetteranno di lavorare a livelli di massima efficienza.
(1) Infrared milk fatty acid analysis: experience in the field for farm management. D.M. Barbano, C.Melilli, H.Dann and R.Grant.
Department of Food Science, Cornell University, Ithaca, NY.
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