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Nutrizione “Aminoacidica” Nella Bovina da Latte

Nel panorama dell’alimentazione della vacca da latte ci sono stati negli anni, molte innovazioni. Una di queste è stata sicuramente l’utilizzo degli aminoacidi protetti nella dieta delle bovine da latte.



Tra gli aminoacidi “limitanti” nella vacca da latte la metionina è stata quella più considerata perciò somministrarla in modo protetto ha dato buoni risultati in diverse prove.


Inizialmente l’utilizzo della metionina RP (ruminoprotetta) era consigliato in quasi tutte le diete ad un dosaggio variabile tra i 10 ed i 15 grammi capo giorno.


Negli anni ho personalmente utilizzato la metionina protetta al dosaggio consigliato in centinaia di casi, con risultati spesso buoni, ma in alcuni casi deludenti.


Chiaro è che le variabili nelle bovine da latte sono moltissime e capire le reali cause dovute ad una mancata risposta, spesso non è facile.


Qualche anno fa, investigando meglio sul perché, l’utilizzo di metionina RP non dava i risultati sperati, abbiamo iniziato a raccogliere dati e ad effettuare analisi in allevamento.

Il primo dato che veniva evidenziato era una carenza di lisina. La lisina è il secondo aminoacido limitante e deve essere garantita nella giusta quantità e nel giusto rapporto rispetto alla metionina.


I dati disponibili in letteratura (parliamo di una decina di anni fa) non erano molto esaurienti, c’erano si studi sulla metionina RP delle più prestigiose università internazionali ma, sul rapporto tra lisina digeribile e metionina digeribile e soprattutto sulla “quantità totale”, che bisognava garantire alle bovine, c’era molta disomogeneità e gli studi differivano molto, inoltre i dati forniti erano molto sottostimati.


Per esempio: In una dieta per soddisfare una produzione di 35 kg di latte, con una ingestione di circa 25 Kg di s.s. oggi sappiamo di dover garantire almeno 75 gr di metionina digeribile e 210 di lisina digeribile (Van Amburgh et all. 2018 [1]), ma all’epoca i dati consigliati erano di gran lunga inferiori ed i rapporti differenti.


Un primo approccio fu quello di somministrare lisina Rp. A parte la difficoltà di reperire lisina RP sul mercato, i risultati erano ancora poco soddisfacenti. A volte associando la lisina alla metionina si ottenevano miglioramenti, in altri casi la risposta non era quella desiderata.

Il problema era somministrare la “giusta” quantità nella dieta e per fare questo era necessario prevedere la quota di digeribilità dei due aminoacidi rispetto al totale ingerito. La sfida era grande, molti addetti ai lavori pensavano ad arrivare ad un modello capace di simulare la produzione di proteina microbica e la digeribilità della proteina by-pass, così da avere un quadro preciso della quantità di aminoacidi limitanti metabolizzabili rispetto ad una tal dieta fosse cosa impossibile.


Ma perché non provarci? Pionieri in questo campo, nel 2014 abbiamo iniziato a simulare con un software dinamico di razionamento diversi modelli di “passaggio” in funzione della dieta, dei fabbisogni, della stagionalità, della velocità di transito e di molte altre variabili che sono diverse per ogni stalla, tipologia di mandria e persino di bovina in bovina.

Gli errori sono stati molti e da ognuno abbiamo imparato, dopo tre anni di prove e dopo avere ricostruito buona parte del nostro software siamo riusciti ad avere uno strumento in grado di fare una previsione molto vicina alla realtà.


Oggi trovate molti articoli e studi che parlano di “Nutrizione aminoacidica” e tutti vi propongono dati sulla quantità di metionina e lisina digeribile espressi sulla RDP, sulla RUP, sulla percentuale della proteina metabolizzabile, sull’ultimo studio fatto ecc., ma nelle vostre vacche, nella vostra mandria, con la vostra alimentazione, cosa succede? A queste domande volevamo dare risposta e risultati.


Arrivati ad avere uno strumento in grado di dirci, in una situazione reale, quali e quanti aminoacidi limitanti RP servono in quel contesto, abbiamo iniziato a proporre quello che abbiamo chiamato “bilancio amminoacidico della razione” ed a proporlo ai nostri allevatori come servizio di analisi e dosaggio misurato sui loro reali fabbisogni.


Da qui i risultati, prima diversi e spesso deludenti, hanno iniziato ad essere prevedibili, soddisfacenti e ripetibili.

In alcuni casi però, c’erano ancora risultati non in linea con le previsioni. Qualcosa sfuggiva e non tornava, qualche variabile non era corretta.


Analisi successive ci hanno poi confermato che molti dati (che si davano per scontati) sul profilo amminoacidico degli alimenti non erano corretti rispetto al reale contenuto di metionina e lisina dei nostri concentrati e foraggi.

Da qui la necessità di analizzare il profilo amminoacidico dei concentrati (soia, girasole, mais, orzo ecc.) e dei nostri foraggi (fieni e insilati).


Nel tempo ne è nato un database, costantemente aggiornato dei nostri alimenti che ci permette oggi di avere dei dati di partenza chiari e certi e di poter elaborare una previsione corretta per ogni allevamento.


Inizialmente tutto questo lavoro, (nato come molti altri per migliorare solo una cosa) era nato per migliorare la proteina/caseina del latte. Nel tempo però abbiamo potuto constatare che: mettendo a punto un corretto “bilancio amminoacidico” della razione, l’animale “digerisce” meglio la proteina in razione, sprecandone ovviamente molto meno. Una migliore efficienza della proteina, oltre a dare ovviamente una maggiore disponibilità all’animale di aminoacidi metabolizzabili per la produzione, la crescita, la fertilità e tutte le sue funzioni metaboliche, limita anche molto lo “spreco”.


Questo non impatta solo su minori escrezioni azotate, anch’esse importanti ma, a livello metabolico una minore quota di sostanze azotate in circolo, significano anche minori stati infiammatori, migliore salute, specie a livello gastro-enterico per la bovina, con ripercussioni positive su immunità, fertilità e salute della mandria.


Lo step successivo è stato quello di vagliare altri aminoacidi essenziali e, di integrare la dieta non solo con lisina e metionina ma anche con altri aminoacidi considerati essenziali. Da qui il concetto di “Nutrizione amminoacidica” che con soddisfazione oggi viene ripreso da molti addetti ai lavori.


Per concludere, oggi L.I.F.E. mette a disposizione tutta la sua ricerca ed esperienza per costruire il “vostro” profilo di “Nutrizione amminoacidica”, analizzando prima la vostra alimentazione e la vostra razione dal punto di vista degli aminoacidi, ed elaborando, per ogni tipologia di mandria la risposta più idonea a migliorare le performance.

Per ogni informazione contattate il nostro servizio tecnico.


Per maggiori informazioni: Dott. Giovanni Cavalli: +39 366 8747205

Dott. Nicolò Bissolati: +39 366 8746551

[1] CNCPS v7.0 Development, Capabilities and Application; 2018

Mike Van Amburgh, Ryan Higgs, Andreas Foskolos, Edgar Collao-Saenz, Larry Chase, Erin Recktenwald, Emiliano Raffrenato, Sam Fessenden Debbie Ross, Mike Dineen, Andres Ortega, Andrew LaPierre, Helen Lapierre, and Daniel Ouellet Dept. of Animal Science, and Agriculture and Agri-Food Canada

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